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lunedì 13 gennaio 2014

LO SPECCHIO

  
Mie care fanciulle, voglio raccontarvi una storia alquanto strana, ma molto, molto interessante.
Dovete sapere che nel lontano regno di Morfho viveva la principessa Lara. Essa era bella, certo, ma cattiva, insensibile ed egoista, insomma la sua bellezza si fermava all’esterno, dentro di lei invece non vi era alcuna beltà. Il suo popolo non l’amava e per la buona e gentile Sapiah, la sua governante, questo era un dolore immenso. Perché, vedete, quando si ama si tende sempre a vedere il lato buone delle persone e Sapiah sapeva che nel profondo, molto profondo, anche Lara qualcosa di buono l’aveva.
Un giorno passò, per quel lontano regno, un venditore che volle dare in dono alla principessa un bellissimo specchio. Ovviamente Lara accettò solo perché lo specchio era finemente cesellato e ricco di pietre preziose e non si domandò certo il motivo di quel regalo ritenendo che a lei, in quanto principessa, fosse tutto dovuto. Ecco, la nostra storia inizia dopo che la bella e arida Lara si fu seduta per rimirarsi in quello specchio stupendo. Ciò che vedeva riflesso le piaceva molto, come tutti gli egoisti amava solo sé stessa, ed affascinata dalla propria bellezza allungò una mano per carezzare quella immagine a lei tanto cara. Fu allora che sotto lo sguardo attonito e sconvolto di Sapiah e della servitù tutta, la principessa Lara fu risucchiata dallo specchio
scomparendovi dentro.
Questa storia, mie care, è il racconto di ciò che Lara trovò al di là dello specchio, non abbiate paura, ma stringetevi forte l’una all’altra…..



Il ticchettio furioso della pioggia sul vetro accompagna un lampo che squarcia il cielo plumbeo, ed illumina un volto spaventato che si riflette in uno specchio. Il tuono scuote l’aria e fa vibrare il vetro, anche l’immagine trema, ma non è per colpa del tuono. Una mano pallida si posa sullo specchio come a cercare di nascondere quel volto. Aral non vuole vedere, ma non può farne a meno. Com’è successo? Perché adesso è in quel luogo? Stringe il pugno come a cercare di afferrare l’immagine riflessa, ma sfugge e sembra prendersi beffe di lei. Con rabbia scaraventa una bottiglietta di profumo contro lo specchio ma lui non s’infrange, mentre la preziosa boccetta finisce in mille pezzi.
La fanciulla si strappa i capelli furiosa e si volta dando le spalle allo specchio, ma la sua immagine rimane lì a fissarla.
- Voglio andarmene!!!!!!! – urla disperata - … Questo non è il mio mondo!!!! –
Un rumore lieve, un fruscio di stoffe pesanti accompagnato da un odore di fiori morti. Una donna dai lunghissimi capelli argentati la fissa.
- Quale sarebbe il tuo mondo Aral? … Sei certa di saperlo? –
La fanciulla la guarda con rancore
- Io non capisco … Perché sono qui? … Cosa volete da me? –
Si volta infastidita dall’immagine che dallo specchio sembra fissarla con scherno e la indica con mano tremante
- Io sono lei !!!!! – urla
La donna si avvicina ma sembra più fluttuare che camminare
- Certo … - mormora - … E lei sei tu … -
- Ti ripeto che questo non è il mio mondo … Rivoglio il mio mondo !!!!! –
La donna si avvicina allo specchio e sulla lucida superficie il suo volto si sostituisce a quello di Aral. Allunga una mano e questa volta la superficie diventa come liquida inghiottendo quelle lunghe dite affusolate
- E’ questo che vuoi vero? –
La principessa sgrana gli occhi portandosi le mani al petto
- Non andartene Haipas!!!! … Insegnami la tua magia!!!! –
- La magia non è altro che coscienza e conoscenza … - sospira - … E umiltà di sapersi sempre e comunque soggetti a leggi superiori … -
Ritira la mano e lo specchio torna solido e vuoto, nessuna immagine viene riflessa dalla sua lucida superficie.
- Sei nel regno di Ohfrom … E ci resterai fino a quando non avrai compiuto il tuo percorso … Solo allora lo specchio si aprirà … -
Aral stringe gli occhi, sente le lacrime bucarli ma resiste, non vuole piangere.
- Tu non sei così crudele - mormora – Perché tu sei diversa? Ed io .. Io .. –
Il volto della donna si oscura di ombre cupe che deturpano la sua crudele bellezza
- Cosa pensi che gli altri vedano in te? – risponde con voce cattiva - … Cosa credi che nasconda la superficie dello specchio? –
Aral afferra tutto ciò che trova e lo distrugge scagliandolo per la stanza
- Io voglio!!!!!! – urla imperiosa
Ma la donna di nome Haipas la colpisce al volto con uno schiaffo così forte da gettarla a terra. I suoi capelli si muovono come tentacoli, le si avvicina minacciosa
- Lei vuole!!! – sibila facendo scaturire una risata agghiacciante dalle sue labbra violacee e lucide - … Tu non vuoi capire!!! .. – continua stringendo il pugno dalle lunghe unghie dello stesso colore delle labbra - … Cosa dai tu in cambio?!! .. –
Aral striscia sul pavimento spaventata
- Io voglio…. – balbetta con voce flebile
Un tuono ancora più forte scuote l’intera stanza e Haipas la guarda con occhi fiammeggianti
- …Non sei tu la vittima cara la mia Aral, rifletti..Rifletti attentamente mentri ti guardi nello specchio… -
Di nuovo quel fruscio e quell’odore di fiori morti. Aral, adesso, è sola nella grande stanza.
Si alza toccandosi la guancia colpita, le duole, molto. Si avvicina di nuovo allo specchio e la sua immagine è ancora lì, beffarda. Presa dallo sconforto e dalla rabbia finalmente piange e si getta sul letto tempestando il cuscino di pugni. Da quanto tempo è in quel luogo? Ore, giorni, mesi? Non sa dirlo. Sa solo che non ha mai smesso di piovere e che l’unica persona che vede è Haipas con il suo volto conosciuto ma la sua indole mutata. Non c’è il sole, non ci sono suoni se non quello del temporale che sembra non voler mai cessare. Ma nel suo mondo il sole c’era? Certo, ed era anche bello, forse, se solo lei si fosse mai fermata a guardarlo. C’erano il vento, il profumo dei fiori ed il cielo azzurro … Le sembra, almeno, ma allora non le servivano, adesso invece … E c’era la gente, tanta gente, una marea di volti. Volti allegri? Forse, ma non in sua presenza, infondo a lei cosa importava della compagnia degli altri? Però, adesso, un volto amico … Cosa avrebbe dato per vederlo.
Rifletti, le aveva detto Haipas. Rifletti!! ..Come quel maledetto specchio!!!



Si alza e si siede di fronte alla sua immagine riflessa. Cosa aveva dato lei in cambio? Questa era la domanda di Haipas. In cambio di cosa? Del sole? Del cielo? Del vento? Dei fiori? Dei volti sorridenti? Cosa aveva dato Lara in cambio del miracolo della vita? Perché era Lara a fissarla da quella lucida superficie. Cosa aveva dato lei per ogni volta che aveva gridato “Voglio”? Nulla … Lei non aveva mai dato nulla. E cosa avrebbe mai potuto dare una principessa? Le principesse chiedono, pretendono, ordinano. Nel suo mondo, nel regno di Morfho, lei aveva sempre spadroneggiato, aveva sempre preteso e non le era mai importato del cielo, del sole, del profumo dei fiori e della gente china al suo passaggio. Lei era al di sopra di tutto e di tutti. Le parole di Haipas le risuonano nelle orecchie come il rombo del tuono. “La magia è coscienza e conoscenza.. La magia è umiltà”. All’improvviso le pare che nulla di ciò che aveva nel suo mondo le sia mai appartenuto veramente. Che valore può avere una gemma preziosa in confronto ad un sorriso sincero ed amichevole? Nella desolazione di quella stanza grigia si rende conto che baratterebbe tutti i suoi gioielli per una presenza amica, per un raggio di sole. La sua Sapiah, sempre pronta, sempre gentile e premurosa, l’aveva mai apprezzata al pari di un monile di sublime fattura? Adesso, in quel regno cupo dal nome oscuro ha come unica compagnia Haipas, lo stesso volto ma non lo stesso cuore. Era tutto al rovescio come se fosse stato riflesso in uno specchio. Tutto, tranne lei. Allunga di nuovo la mano ma la superficie rimane dura e fredda. Anche qui porta una corona, ma le gemme sono opache e l’oro non luccica. Sia nel regno di Morfho che in quello di Ohfrom lei è una principessa ed in entrambi i regni il suo cuore è arido e la sua superbia enorme. Come mai lei, al di là dello specchio non cambiava? Se, come sembrava, il regno di Ohfrom era l’altra faccia dello specchio, lei avrebbe dovuto essere buona, dolce, altruista e generosa; perché Lara era sempre Lara anche nel suo riflesso? Solo il nome cambiava, ma non il cuore. Guarda fuori, il cielo è grigio e la pioggia incessante. Ecco! E’ questo ciò che lei ha sempre dato in cambio della bellezza della vita: tristezza, cattiveria, aridità, superbia. Ha solo sparso sale perché nulla di buono crescesse. Aral urla, urla tutta la sua disperazione perché ha finalmente capito di non aver mai vissuto. Cosa pensava che gli altri vedessero in lei? Regalità? Bellezza? Ricchezza? No! … Gli altri non vedevano niente perché non c’era niente da vedere. Non c’è niente al di là della superficie dello specchio solo il vuoto creato dal suo cuore freddo e meschino. Un dolore acuto la trafigge. Allora è questo che si prova ad avere un cuore? Si domanda guardandosi allo specchio, e finalmente capisce che se vuole tornare nel suo mondo Aral deve rimanere lì in quella stanza triste con la sua cattiveria ed il suo disprezzo per la vita degli altri e per il mondo intero. Lara è al di là dello specchio che l’aspetta, è tanto che l’attende, da una vita, ma solo adesso lo vede chiaramente.
Nel gelo di quella stanza sente dentro qualcosa di caldo che sboccia è il desiderio, vero e sincero, di cambiare, di essere diversa, di essere migliore. Un lampo squarcia il cielo e lei allunga la mano incerta e tremante. Questa volta la superficie si muove, è come liquida, la sente fredda e viva allo stesso tempo, ma non si ritrae. Con coraggio e speranza affonda la mano e vede scomparire il suo braccio fino al gomito. E’ un attimo, sente come se qualcosa le si strappasse dentro, come se qualcosa la dividesse in due. Lara va e Aral resta. Chiude gli occhi e trattiene il respiro. Un vortice la risucchia nel buio e poi violento la restituisce alla vita. Lara apre gli occhi e vede attorno a sé volti spaventati, preoccupati e poi vede Sapiah, la sua Sapiah che piange e mai visione le è parsa più bella. Sente la propria voce diversa, come una melodia, è la sua voce ma è come se la sentisse per la prima volta, e finalmente vede. Vede lo stesso specchio, ma fuori c’è il sole, l’aria dolce e profumata di fiori entra dalle finestre aperte e sente il canto degli usignoli. E’ a Morfho, nella sua bella stanza. Si alza e di slancio si getta tra le braccia di Sapiah e l’abbraccia piangendo e le promette che non sarà mai più come era prima, le promette che Aral rimarrà per sempre al di là dello specchio. Tutti sorridono ed applaudono e le si stringono attorno con un calore che Lara non conosceva ma che sente già di amare. Si volta verso lo specchio e vede i capelli tentacolari di Haipas che trattengono Aral che vuole uscire, ma è un attimo. l’immagine svanisce e sulla superficie lucida adesso si riflette il volto sorridente di Lara che viene abbracciata dalla sua dolce Sapiah.
Quanto infida e traditrice può essere la superficie di uno specchio, ingannevole nella sua generosa bugia, per quegli occhi che non sanno guardare oltre.





FINE



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