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sabato 9 febbraio 2013

SERAFINO E I LIBRI


Mi sembra corretto presentarmi, è il naturale e fondamentale inizio di ogni amicizia, e spero che una bella amicizia possa nascere tra le nostre emozioni. 
A me piace scrivere, adoro tradurre in parole le emozioni e mi piace farlo impugnando una solida penna e pigiando su un magico foglio bianco. E’ un passione che mi ha trasmesso mia madre, lei non scriveva ma le piaceva tanto leggere, così io scrivevo e lei leggeva, per anni è stata la mia unica ed assidua lettrice. Una lettrice di parte, ma pur sempre obbiettiva, le sue critiche mi hanno aiutato a crescere. Poi un giorno sono diventata mamma e la prima cosa che ho pensato è stata che dovevo trasmettere a mia figlia quello che mia madre aveva trasmesso a me. Mica facile. Iniziai leggendole le classiche favole, soprattutto la sera seduta sul suo lettino per farla addormentare. Non le bastavano mai, mi stancavo prima io di lei. Così un giorno mi venne l’idea di scrivere io le favole da leggerle. Tutte rigorosamente scritte a mano su un grazioso quadernino che ne ha raccolte ben dodici. Il breve racconto che vi propongo è una di queste. Scritta per incentivarla a leggere ed incuriosirla sul mondo dei libri e della lettura. Un obbiettivo che, devo dire, sono riuscita a raggiungere anche grazie a questo racconto, che era uno dei suoi preferiti. 
Adesso, grazie ad una persona eccezionale, ho trovato il coraggio di pubblicare questi miei modesti lavori, che ho creato ad uso e consumo di mia figlia ma che mi fa piacere condividere con tutti voi. 
Non saranno solo le favole raccolte nel mio piccolo quadernino ma anche racconti creati nella mia tormentata adolescenza ed altri nati nella maturità, e che spazieranno su vari generi, poiché la mia voglia di scrivere va dove la porta il cuore ed è guidata dalle emozioni che possono scaturire guardando un quadro, una foto, un paesaggio o ascoltando semplicemente una canzone. 

A tutti voi buona lettura. 

Silvia

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trainingmeta.it

Serafino era un bambino a cui non piaceva leggere. Aveva nove anni e faceva la quarta elementare. La mamma e la maestra erano disperate perché Serafino non solo non amava leggere, ma tutte le volte che gli veniva dato un libro lo gettava via o lo scarabocchiava o lo usava per farci le battaglie con i suoi amati pupazzetti degli eroi dei cartoni animati. 
Un giorno, però, accadde un fatto che cambiò Serafino per sempre. 
La maestra portò tutta la classe a visitare la biblioteca della città. Era un palazzo antico, grande e molto bello ed era circondato da un magnifico giardino. 
Potete immaginare lo sgomento di Serafino davanti a tutti quei libri. Si agitò così tanto e fece così tanta confusione che la maestra, per punirlo, chiese all’usciere di tenerlo con sé in portineria fino alla fine della visita. Ovviamente Serafino ne fu felice ma dopo un po’ iniziò ad annoiarsi. Approfittando di un momento di distrazione dell’anziano usciere, sgaiattolò fuori dalla portineria e si avventurò per l’enorme biblioteca. Era così soddisfatto della sua prodezza che non prestò molta attenzione alla strada che aveva percorso per scappare e così cammina, cammina finì per perdersi. 
La visita era durata più del dovuto, la guida che aveva accompagnato la scolaresca aveva furia di chiudere al pubblico. Mise così tanta fretta alla maestra che la povera donna sbagliò a contare i bambini e salì sul pulmino convinta di averli tutti con sé. Purtroppo, però, non era così. Serafino era rimasto dentro la biblioteca. 
Il guardiano fece il giro del grande edificio e non trovando nessuno chiuse tutto ed andò a casa. 
All’inizio Serafino trovò la cosa divertente. Correva urlando a squarciagola per tutti i corridoi, saltava sui tavoli, rovesciava le sedie e metteva a soqquadro tutti i libri che gli capitavano a tiro. Piano, piano, però, si rese conto di essere solo in quel grande edificio pieno di libri e di silenzio ed iniziò a sentire fame e freddo ed ad avere anche un po’ di paura. 
La pancia gli brontolava, ed il freddo gli faceva battere i denti. Guardò tutti quei libri, che lui trovava inutili ed antipatici e pensò che se ne avesse bruciato qualcuno gli sarebbe stato di certo più utile. Di sicuro lo avrebbe aiutato a scaldarsi. Afferrò una bracciata di libri e li gettò nel grande caminetto che si trovava nella sala di lettura. Tirò fuori di tasca l’accendino che aveva rubato al nonno, e si apprestò a dare fuoco ai libri, ma proprio in quel momento una vocina triste rimbombò nella sala. 
- Perché vuoi bruciarci? Cosa ti abbiamo fatto di male? 
Serafino si spaventò e l’accendino gli cadde di mano 
- Chi siete? – urlò – Dove siete? 
La vocina continuò 
- Siamo qui, attorno a te! .. Non farci del male! 
Serafino si avvicinò al caminetto ed uno dei libri si aprì come per magia. Il bambino fece un salto indietro spaventatissimo. 
- Siamo il libri Serafino! … Siamo nati per essere letti e capiti .. Noi amiamo molto i bambini, ma se i bambini non ci amano noi siamo tristi. Maltrattati e dimenticati le nostre pagine piano, piano si cancellano e nessuno potrà più leggerci. 
- E’ la fame che mi fa avere le visioni. 
Disse Serafino a voce alta per rassicurarsi. 
In quel momento anche gli altri libri che aveva gettato nel caminetto si aprirono. 
- Non è la fame – dissero in coro - .. E’ la tua coscienza . 
Serafino si sedette per terra ed incrociò le braccia sul petto, la paura era un po’ passata ed era spuntata la sua solita arroganza. 
- Perché dovrei leggervi se non mi piacete e vi trovo inutili e noiosi! .. Io preferisco giocare! 
- Ma con noi puoi farlo – disse un bel libro con la copertina tutta rosa - .. I tuoi giochi saranno ancora più belli e fantasiosi! 
labs.ebuzzing.it
- A che mi serve la fantasia? Io ho fame e voglio tornare a casa! E voi non potete di certo aiutarmi! 
Giù da uno scaffale volò un libro con la copertina rossa 
- Sfogliami.. -
Serafino lo afferrò con rabbia e fece per gettarlo via ma il libro iniziò a piangere e lui, per farlo smettere, lo sfogliò di malavoglia. Raccontava di un cuoco famoso che aveva cucinato per re ed imperatori ed aveva fatto fortuna. 
- Leggimi .. – disse il libro - .. E ricorda che la fantasia va nutrita esattamente come la pancia . 
Serafino, con un po’ di difficoltà, iniziò a leggere e via, via che andava avanti trovava quella storia sempre più appassionante. La sua fame, però, stava aumentando a dismisura e quando arrivò al punto di piangere per il brontolio del suo stomaco, sulla tavola apparve uno di quei meravigliosi pranzi di cui stava leggendo. Serafino urlò dalla gioia e mollato il libro si gettò su tutto quel cibo appetitoso ed iniziò a mangiare. Quando fu sazio si rimise a sedere davanti al caminetto. 
- Ma io ho freddo – si lamentò - .. Vorrei un bel fuoco per scaldarmi. 
Un altro libro volò giù da uno scaffale ed il bambino lo prese. 
- Leggimi .. – sussurrò il libro con voce delicata. 
Questa volta si narrava di una principessa così vanesia da avere tanti abiti da poter vestire tutti gli abitanti del suo regno. Serafino iniziò a leggere con curiosità e dopo un po’ gli apparve accanto un bel cappotto caldo che s’infilò tutto contento. 
- Mi manca tanto la mia mamma – piagnucolò - .. Vorrei tornare a casa. 
Dal caminetto si sollevò un libro blu con dei fregi dorati e gli volò tra le mani. Le pagine si sfogliarono veloci davanti agli occhi increduli di Serafino. 
lightaftermidnight.blogspot.com
- Leggimi - disse il libro in tono amichevole 
Serafino iniziò la lettura avendo molta cura nel voltare le pagine. Il libro narrava di cavalieri e maghi e di quanto fosse antica e potente la magia. 
Serafino lo trovò il più bello ed appassionate di tutti e s’immerse nella lettura senza distrarsi un attimo. Ad un certo punto comparve al suo fianco una bacchetta magica. Serafino l’afferrò non credendo ai suoi occhi. 
- Posso usarla!! – urlò felice - … Anch’io sono un grande mago, ho grandi poteri!! 
La sventolò con decisione sopra la testa e recitò le strane formule che aveva letto nel libro. Ci fu un gran lampo e Serafino fu come risucchiato. Volò dentro ad un tunnel di polvere di stelle ed alla fine si ritrovò nella sua cameretta. 
Serafino si precipitò fuori dalla stanza chiamando la mamma ed il babbo, che disperati per la scomparsa inspiegabile del figlio, piangevano abbracciati in salotto. 
- Sono qui!! .. Sto bene!! .. Sono tornato!!! 
I genitori increduli e felici lo abbracciarono e lo coprirono di baci. 
Una volta a letto nella sua bella cameretta Serafino chiese alla mamma di leggergli qualcosa. Lei lo guardò molto sorpresa. 
- Davvero vuoi che ti legga un libro? 
Serafino annuì tutto contento 
- Certo! .. Io voglio molto bene ai libri, loro sono miei amici. Mi aiutano a conoscere e capire ed a sognare. Ti prometto che d’ora in poi non li tratterrò più male e ne leggerò più che posso! 
La mamma pianse per la felicità e lo abbracciò. Poi prese un libro ed iniziò a leggerglielo. 
Da quel giorno Serafino non trattò più male un libro e tutte le volte che vedeva un bambino farlo gli spiegava che era sbagliato, perché i libri sono nostri amici, ci fanno sognare, ci fanno volare in mondi lontani, ci fanno conoscere popoli sconosciuti, ci fanno ridere, ci fanno piangere e ci consolano quando siamo tristi. Come dei veri amici ci fanno sempre tanta compagnia. 
I libri sono creature magiche che esistono solo per essere letti e capiti e per darci emozioni e solo se assolvono al loro compito sono felici. 


FINE 


lanuovaeresia.wordpress.com



4 commenti:

  1. Silvia questo racconto è davvero delizioso :) !
    La profondità che si cela sotto l'abito di una fiaba mi ha sempre affascinato

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  2. Come direbbe Claudio, quoto..eh si il racconto è davvero delizioso e il senso celato in esso fa riflettere..
    Mi ha lasciata con l'ineluttabile voglia di leggere alquanto prima le altre tue storie.

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  3. quel che mi piace è che riesci sempre ad avvolgermi dal tuo raccontare. qualsiasi sia l'argomento, qualsiasi soggetto tu scelga, la tua fluidità è come una spirale che si crea e che sa sempre chiamarti all'interno della tua storia.
    per questo tuo magico potere, ti ho sempre definito: la mia Sherazade

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