Translate

mercoledì 20 marzo 2013

Estreme Sinergie -Atto Due-



Il biglietto stavolta recitava soltanto: "indossale per me durante la cena ".
L'aprì pronta a trovarsi davanti ad un abito, un gioiello, magari delle scarpe ma non ciò che in verità conteneva..
Quella roba l'aveva vista sono on line quando curiosava sola o con qualche amica in siti per adulti..



Si sentiva scossa come mai prima ma non riusciva a discernere ormai la rabbia dall'eccitazione..
Vinta Eva si sedette sul letto, il contenuto della scatola era indubbiamente insolito ma la sola vista l'aveva eccitata fortemente.
Marco era capace di scuoterla come un vento di scirocco farebbe con un'alta e frondosa quercia.
Voleva accontentarlo, compiacerlo, eccitarlo ed al tempo stesso desiderava mostrargli la sua vera natura, la pantera pronta all'attacco inaspettato, la donna forte e controllata che sapeva di essere.
Peccato che tutto questo svanisse al pensiero di quell'uomo misterioso e arrogante...
Eva rise, l'osservatore attento avrebbe goduto dello spettacolo che gli stava per offrire.. Chissà perché se lo era sempre immaginato uomo...
Tirò fuori il filo di perle scure.. Sapeva bene cosa fossero, palline vaginali.. Ma non ne aveva mai usate, l'aveva visto fare in un film porno anni prima e non le sembrava una cose troppo complicata..
Fece scivolare le dita sulle grandi labbra scoprendosi già bagnata.. si accarezzó senza fretta senza però cercare l'orgasmo, poi con decisione inserì una ad una le sei sfere scure..
Fu incredibile, dovette stringere forte le gambe credendo di crollare sotto la pioggia delle sensazioni che quelle piccole sfere fredde le provocavano ad ogni movimento..
Si chiese come avrebbe resistito durante la cena se già dopo pochi minuti l'eccitazione la attanagliava e sentiva un peso che ben conosceva al basso ventre: voglia di sesso.
Provò a camminare sui tacchi altissimi e lo specchio le rimandò uno spettacolo che non le dispiacque..
Tentando di dimenticare le palline seppur faticosamente si cambiò per la cena e in ultimo si specchiò controllando ogni dettaglio: il tubino nero valorizzava il sedere alto e sodo, lo spacco posteriore spostato a destra terminava pochi centimetri sotto il gluteo ma non abbastanza da mostrare il pizzo delle calze autoreggenti velatissime, erano una seconda pelle vellutata quanto la prima, impercettibili.
Il seno era alto e sodo, non sarebbe di certo stato in una coppa di champagne, ma avrebbe riempito le mani grandi e forti di Marco.. rabbrividì.. L'abito conteneva magistralmente il seno generoso facendone appena intravedere l'attaccatura.
Si convinse che così vestita non appariva nè sfacciata né volgare ed anzi era una bella ed elegante giovane donna.
Coprì lo scollo posteriore dell'abito con una stola di seta, non amava le cose pompose ma voleva sconvolgere i sensi di quello strano e enigmatico uomo che Marco era per lei.
Poi ricordò il filo di perle messo casualmente in valige, perle di fiume grigie, le riportavano alla mente altre perle… avrebbe superato se stessa, la sua mente aveva preso a lavorare freneticamente, Marco si sarebbe pentito, o ancor più compiaciuto, della propria audacia.. ma aver chiaro in mente cosa fare la fece sentire sicura di se.
Uscì dalla stanza fredda ed altera, Eva era tornata..
Si erano visti in web quasi tutte le notti da quando si erano conosciuti  ma vederlo a qualche metro da lei per la prima volta fu comunque sconvolgente, lui era già al loro tavolo.
Sedeva sorseggiando vino bianco, ad ogni passo Eva controllava la propria respirazione, Marco non l’aveva ancora vista e a lei non dispiaceva avere qualche secondo per inquadrarlo senza i suoi occhi a scrutarla.
Era ancora più bello di quanto volesse ammettere a se stessa, l’abito grigio di ottimo taglio, la camicia nera sbottonata sul collo, alzò il viso e la vide, lei non potè fare a meno di notare il contrasto tra le pelle liscia del collo e la linea disegnata dalla barba di qualche giorno, curatissima..
L’aveva sempre visto così, un uomo rude, apparentemente almeno, ma elegante ed di un’intelligenza fine, acuto e divertente quanto fermo quando voleva ottenere qualcosa..
Si alzò prontamente, le posò un baciò live sulle labbra, ringraziando silenziosamente la mancanza di rossetto, spostò la seggiola facendola accomodare.
L’osservatore attento avrebbe potuto vedere una tensione pregna di mille parole sussurrate e non dette, carica di significati avvolgenti quanto calde coperte d’inverno, l’osservatore, chiunque esso fosse stato, avrebbe intuito ogni parola solo osservando i gesti dei due giovani..
Che fossero amanti sembrò palese persino al cameriere che si ritrovò a servirli e che per buona parte della serata li osservò ipnotizzato.
La conversazione fu amabile e leggera, lui si scusò dapprima per il ritardo, non accennando al regalo fattole recapitare, e lei quasi dimenticò le palline racchiuse come un tesoro nel loro scrigno.. Eva chiese del viaggio, parlarono del lavoro di lui e degli ultimi esami che Eva si apprestava a sostenere…
Poi Marco galeotto il tavolo d’angolo, l’illuminazione che si ingraziava mosse repentine e il buon vino, allungò la mano sotto il tavolo carezzandole la coscia e lentamente salì fino ad incontrare il pizzo delle autoreggenti, Eva sospirò impercettibilmente per trattenere il rimescolio che quella mano calda, forte e sicura le provocava solo sfiorandola.
Il ristorante si svuotò lentamente, i camerieri affaccendati a sistemare i tavoli erano concentrati nella sala principale e loro rimasero presto soli.
Accorgendosene Marco si fece più audace e salì veloce a sfiorare il sottile perizoma di tulle, Eva trasalì quando lui insinuò le dita sotto la stoffa leggera facendosi strada senza fatica, lei aveva, quasi senza accorgersene, allargato le cosce..
L’osservatore se ne sarebbe accorto solo se fosse stato più che attento, la lunga tovaglia bianca nascondeva la maggior parte di questi tramestii..
Eva arrossì quando Marco iniziò a giocare con l’anello sottile…unica prova evidente che aveva esaudito ciò che lui le aveva chiesto…
Con una leggera pressione fece ruotare l’anello... Eva gemette aggrappandosi al tavolo, il volto arrossato..
Marco si accorse appena in tempo del cameriere che prodigo si avvicinava al loro tavolo per chiedere se gradissero altro ed Eva lo implorò con lo sguardo, sperava che la portasse subito in camera.
Voleva fare l’amore con lui, vivere finalmente tutta la passione che lui le aveva trasmesso notte dopo notte, voleva sentire di appartenergli, cadere di nuovo in quel limbo dei sensi sospinta dalla marea delle emozioni che salivano su, su fino a serrarle la gola e poi crollavano giusto il tempo di un respiro lungo per poi ripetere lo stesso corso ma con vie diverse, trovando sfogo in pertugi ogni volta inesplorati...Marco invece ordinò dell’altro vino bianco, ghiacciato.
Eva era sconvolta, in parte anche delusa e stizzita ma lo conosceva abbastanza da sapere che voleva provocarla oltre ogni ragionevolezza.
Poi ricordò.. Aspettò di sentire i passi del cameriere, quest’ultimo poggiò i calici ammiccando verso Marco che ne fu infastidito anche se accusò il colpo..
Dopo che l’uomo si fu allontanato bagnò l’indice nel vino ghiacciato di Marco e se lo portò alle labbra socchiudendo gli occhi, lui la guardò estatico, lei incoraggiata dalla sua reazione  succhiò le dita prima di accarezzarsi la gola e farle scivolare fino a dove l’abito fasciava i seni.. guardando Marco intensamente risalì fino a sentire le perle grigie e con calma esasperante le percorse una ad una saggiandone la consistenza con le dita fino a sentire l’allacciatura, che fece scattare.
Prese tra le dita il lungo filo di perle, accarezzò con esso la gola, il mento poi su, le portò alla bocca calda facendole scorrere sulle labbra piene, piantò i suoi occhi di fuoco in quelli di lui e chiese: “Non ti ricordano altre perle?”.
Mentre pronunciava quelle parole fiera come una schermitrice all’ultima stoccata, Marco sentì la mano di lei posarsi sulla sua coscia e stringerla piano per poi tuffarsi sulla patta dei suoi pantaloni, dove trovò come sospettava la sua erezione pronta ad attenderla.
Fu Marco ora a trasalire, non si aspettava da lei tanta audacia, o meglio non desiderava che questo..
La baciò attirandola a se, fu un bacio lungo, umido e minuzioso, come cercatori d’oro si scoprirono con sempre maggior sicurezza…
Fu insieme che si alzarono, lui le serrò il polso e fissandola le disse che era ora di andare..
Non parlarono, ma i loro occhi non smisero di scrutarsi, inesorabile.



In ascensore Marco senza smettere di tenerla a se le sussurrò all’orecchio cosa l’aspettava: “Stanotte ti renderò donna come nessuno ha mai fatto prima, non te ne pentirai, sai essere brava e ubbidiente, se farai come ti dirò ne sarai pienamente appagata”

Eva avvampò come se l’avesse schiaffeggiata, era turbata dalle sue parole, cosa l’aspettava realmente solo Marco poteva saperlo ma era certa che lui avrebbe spostato non di poco i suoi limiti e ammise a se stessa di essere pronta, disposta a essere ubbidiente e prodiga, avrebbe fatto qualunque cosa per tenerlo a se…

Entrando Marco chiuse a chiave la porte alle sue spalle e posizionò l’interruttore fino ad illuminare fiocamente la stanza, Eva ebbe la sensazione che conoscesse bene l’albergo e un moto di gelosia imperversò immediato lasciandole un senso di inadeguatezza.

Rimase ferma a qualche passo dal letto, doveva scuotersi, mostrarsi sicura, una donna vissuta.. Ma lei non lo era e lui lo sapeva bene..

Marco si tolse la giacca e preso un telecomando dal comodino, ci armeggiò un poco fino a quando una musica lenta e sensuale avvolse la stanza, poi si accomodò sul letto, la schiena poggiata all'imponente spalliera. Intreccio le mani dietro la testa e parlo con quella sua voce calda ed un poco impostata "Eva, cara, da brava spogliati per me". La voce per quanto calma e suadente non ammetteva repliche ed Eva rimase qualche secondo di troppo a pensare il da farsi..

Così lui la incitò pungendola sul vivo " Da brava Eva ubbidisci ed accontentami.. Sto aspettando"

Ubbidienza, questo si aspettava da lei, lo avrebbe accontentato tuffandosi senza remore in quel mondo sconosciuto. Quel gioco le piaceva. Le palline ora le sembravano lava incandescente, le sembrava fossero cresciute di dimensione, eccitata com'era dalla situazione..

Lasciò cadere a terra la stola, camminò ancheggiando verso il letto dove si girò di schiena lasciando capire a Marco che avrebbe dovuto far scendere lui la cerniera..

Lui ubbidì soffermandosi ad accarezzandole la schiena, apprezzandone la pelle vellutata, ora che sentiva il suo odore gli era difficile lasciarla andare.
Ma Eva si scostò da lui e dal letto di qualche passo sedendosi in una bassa poltrona. Era laterale al letto ma Marco così poteva gustare ogni suo movimento senza fatica. Quella ragazza era per lui la quintessenza della sensualità ed era certo che non avesse mai trovato prima un uomo in grado di farglielo capire.
Ci avrebbe pensato lui.
Eva accavallò le lunghe gambe dopo essersi disfatta delle scarpe e prese maliziosa ad arrotolare sulla coscia l'autoreggente , la fece scendere fino al ginocchio con maestria guardandolo di sottecchi, poi di abbassò ancora un poco e fece scivolare via la calza.
L'abito ormai aperto sulla parte posteriore scivolò un poco sul davanti mostrando i seni, tondi, sodi, contenuti  in un reggiseno di sottile tulle che accentuava se possibile tutta la proronpenza di quel giovane corpo.
I capezzoli turgidi imprigionati nella fitta rete del tessuto, erano due piccole isole impertinenti..
Aprì audace le gambe e Marco noto sotto il tessuto trasparente il cerchietto tondo capolinea delle sue palline...
Mentre Eva si apprestava a sfilare la seconda calza Marco la fermò:  " Alzati". 
Ubbidiente la ragazza si alzó: "Sfila prima l'abito, voglio guardarti". Quel suo tono la imbarazzava ed ipnotizzava, arrossì e dandogli le spalle fece scivolare via l'abito in un sol gesto..
Senza indugiare ancora, e restando voltata, si slacciò il reggiseno liberando i bei seni..
Non si accorse che Marco si era alzato dal letto fino a quando lui l'afferrò per i seni imprigionandoli nelle proprie mani. 
Ad Eva tremarono le gambe e lui le si fece più vicino fino a far aderire i loro corpi.
Prese i seni a coppa, come a soppesarli, lei sentiva il suo respiro sul collo, la fece rabbrividire. Continuando a massaggiarle i seni prese a sfiorarle i capezzoli con dosati movimenti circolatori.
Eva si rilassò e recuperando il respiro si abbandonò ancor più contro il suo petto, le ci volle qualche istante per accorgersi che ciò che sentiva cozzare contro i suoi glutei era l'eccitazione massiccia di Marco. Allungò la mano e lo accarezzò attraverso la stoffa dei pantaloni, lui di rimando strinse i suoi capezzoli tra le dita facendola sussultare e prese a palpeggiarla con rinnovato vigore.
Eva era già stremata, le gambe non rispondevano più ai suoi comandi, i seni così duramente sollecitati le mandavano messaggi incoerenti ed il peso ben conosciuto all'altezza del pube ora pulsava forte contrapponendosi alla perenne stimolazione delle palline..
Le sembrò che Marco cogliesse tutto questo perché la prese tra le braccia e l'adagiò sul letto.
Le accarezzò dolcemente il viso e prese a baciarla senza posa mordicchiando, leccando, e succhiandole le labbra, le mani esperte scesero ai seni, alla pancia, ai fianchi.
Eva si fece forza e con non poca fatica sbottonò la sua camicia, scoprendo il petto ampio e disegnato, vi affondò un’istante il viso baciandolo più volte, poi continuò ciò che aveva iniziato. Desiderava ripagarlo del piacere che lui le procurava ma era frenata dalla sicurezza che leggeva in ogni suo gesto, temeva di rovinare l'incantesimo.. Sfiorò la cinta di cuoio, smarrendosi nel ricordo della prima notte, di come lui l’avesse fatta scivolare piano dai passanti.. Il sospiro lungo che Marco le donò la riscosse e slaccio la pesante fibbia poi con crescente frenesia sbottonò i pantaloni e lo accarezzò . Dapprima attraverso i boxer che l'erezione tendeva sensualmente, poi coraggiosa infilò le dita sotto l'elastico accarezzando il pube, le sue nocche sfiorarono il glande facendo trasalire Marco.. Non resistette oltre e fu lei perentoria a spogliarlo. Lui immobile si godette lo spettacolo, era bellissima, delicata e sensuale e le sue mani lo scuotevano dall'interno donandogli schegge di limpido piacere.
Quando fu nudo si osservarono per lunghi istanti talmente densi di aspettative da percepirne ogni molecola palpitante tra loro.
Marco di stese a letto attirandola a se, Eva porto l’indice alle labbra per chiedergli di tacere, gli occhi le brillarono, le mille pagliuzze di ghiaccio si erano sciolte rendendo il verde dei suoi occhi un oceano denso e placido.
Si sedette sul bordo del letto e si chinò su Marco, lo baciò ripetutamente sulle labbra calde e semiaperte, scese lambendogli la gola con la punta della lingua.
Le sue mani accarezzarono il corpo forte e atletico del giovane uomo, dove i polpastrelli toccavano le carni subitanea la lingua seguiva come in una corsa sferragliante..Eva poggiò la testa sulla pancia di Marco ed esitante impugnò il suo scettro, ne godette al solo tocco e ravvivò ogni sensazione provata con lui attraverso quello schermo che ora le sembrava appartenere ad un'altra vita.
Marco gemette sentendo il tocco delicato di lei, non voleva metterle fretta né interrompere quel filo che li univa così arcanamente, osservò i movimenti prima incerti, poi via via più fluidi. Eva poggiò le labbra sull’inguine di Marco baciandolo dolcemente.
Marco ansimò e le sue dita sfilarono il fermaglio che tratteneva raccolti i capelli di quella splendida creatura, ciocche ricaddero morbide sulle spalle e lui vi intrecciò le dita carezzandole la nuca.
Audace Eva affondò ogni preconcetto e lacerò il primo dei tanti veli che quella notte avrebbe stracciato e smarrito per sempre..


-L'atto tre- vi aspetta Domenica 24..come sempre ai posteri l'ardua sentenza ;-)

6 commenti:

  1. Dirai!! .. a posteri son tutti bravi !!.. Ma ti assicuro che avevo esattamente immaginato il contenuto della scatola .. avrei voluto scriverlo ma non volevo rovinare la sorpresa!! .. La cosa si fa moooolto promettente!!!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma no anzi mi fa molto piacere, significa che almeno un minimo la personalità dei miei protagonisti si era già ben delineata :-)

      Elimina
  2. WOWWW reby anche se ho 50 anni suonati sei riuscita a farmi arrossire ahahahahah, se tanto mi da tanto come sarà la terza parte?....

    RispondiElimina
  3. tesoroooo!!! La terza parte sarà mmmm l'esplosione che ci si aspetta da un'intesa tanto forte e sinergica :D speriamo bene ;)

    RispondiElimina
  4. Dopo aver letto la prima parte ero così curiosa che non stavo più nella pelle, sensuale, elegante, altamente erotico. Sbrigati a pubblicare la prossima parte suvvià!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. intanto benvenuta, ci fa un immenso piacere avere una lettrice che si fa coraggio e commenta. condivido tutto, la nostra rebecca ha fatto un lavoro eccezionale

      Elimina